L'ALTRA META' di Marco Parolo

Caterina Castiglioni si è lasciata intervistare ai microfoni da Barbara Carere, in merito alla sua relazione con il marito Marco Parolo, centrocampista della Lazio e della Nazionale italiana.
05.06.2018 00:12 di Alessandra Martino   vedi letture
Fonte: Barbara Carere -TMW
L'ALTRA META' di Marco Parolo

Marco Parolo e la sua bella moglie Caterina Castiglioni fanno coppia fissa da tredici anni e da tre anni il loro matrimonio è allietato dalla nascita del piccolo Dante.

"Un bambino molto sicuro di sè, molto deciso - ci confida Lady Parolo- del resto rispecchia il significato del suo nome che vuol dire fermo e risoluto ed io l'ho scelto proprio per questo motivo, perché già quando era nella pancia avevo capito il suo caratterino (ride,ndr). Fondamentalmente un po' il mio carattere, ingentilito da qualche bella caratteristica di quello di suo padre".

Dante a chi assomiglia di più?
"Esteticamente al padre, anche se ha la mia corporatura ed i miei lineamenti ma le espressioni degli occhi sono tutte del papà, diciamo che il viso di Dante è il luogo in cui io e Marco andiamo sempre d'accordo invece sulle altri parti c'è sempre qualcosa da ridire(ride,ndr)".

Com'è Marco Parolo nelle vesti di papà?
"Lui è un papà che quando c'è, è come se fosse una mamma, anzi di più perché lo fa anche giocare, gli prepara da mangiare, gli fa il bagnetto, lo porta sulla collinetta che abbiamo fuori casa e lo fa salire sul trattore, lo porta in giro in bici e ti dirò di più, quando qualche volta non ci sono a casa di sera, lui gli prepara anche la cena. E' un papà molto presente, devo ammettere che non mi posso proprio lamentare. Lui è il classico papà, nel senso che, non ha magari sempre quella tipica dolcezza della mamma, perché è leggermente più risoluto, anche se in alcuni momenti è molto tenero e si gode suo figlio."
 

Caterina ti aspettavi che fosse così bravo nel ruolo di papà ?
"Conoscendolo si, lo prevedevo. Ti ripeto non mi posso proprio lamentare e di questo sono molto felice".

Come è cambiata la vostra vita da quando siete genitori di Dante?
"La prima parola che mi viene in mente per descrivere la genitorialità è "totalizzante", perché dal momento in cui diventi genitore non smetti più di esserlo per tutta la vita e non smetti più di preoccuparti per la creatura che hai messo al mondo. Questa è la cosa più bella e più spaventosa allo stesso modo. Quando abbiamo cercato Dante eravamo pronti tutti e due e convinti del passo che stavamo per compiere. Questi tre anni, in cui siamo diventati genitori, sono volati perché quando hai dei bambini il tempo va alla tripla velocità e ci sono stati dei momenti che ci hanno riempito il cuore in maniera totale".

Pensate di allargare la famiglia?
"Per ora siamo in tre, anzi in quattro con il nostro cagnone che riempie la nostra vita però non escludiamo l'ipotesi l'anno prossimo di allargare la famiglia".

Caterina come vi siete ambientati a Roma?
"Marco si è ambientato bene, per lui è stata una cosa immediata con la società e la squadra. Discorso diverso per me, che invece che sono arrivata a Roma che ero incinta, per cui ho fatto molta fatica ad integrarmi, poi l'anno scorso mi sono rotta il ginocchio ed ho dovuto fare riabilitazione e da lì ho conosciuto tante belle persone e adesso mi trovo benissimo".

Ciò significa che sei diventata anche tifosa della Lazio?
"Ti dirò che nonostante la mia ferrea fede interista, la Lazio mi ha veramente preso, è una seconda pelle ormai, del resto la lazialità è così, quando la conosci ti prende e non lo puoi spiegare, quindi c'è tanto attaccamento per questa squadra sia dal punto di vista di Marco e soprattutto dal mio. L'anno scorso quando c'è stata la finale di Coppa Italia sono andata in curva con Dante, soprattutto perché non mi andava di stare in mezzo agli juventini in tribuna (ride,ndr). Spero che facciano sempre meglio perché se lo meritano".