Elisa incanta l'Arena di Verona con il suo “Back To The Future Live Tour”

L'orchestra rende ancora più preziosa un'esibizione da applausi dalle storiche «Luce» e «Broken» alla più recente «O forse sei tu»
01.06.2022 22:22 di  Montella Mariano   vedi letture
Fonte: https://www.larena.it/
Elisa Toffoli
Elisa Toffoli
© foto di Mariano Montella

Alla fine arriva anche il mantello e un vestito come quello delle principesse. O delle regine. Senza trono e senza scettro, con il microfono e quella voce con cui può fare qualsiasi cosa. Con cui ti prende per mano e ti accompagna in mondi lontani. Un po' fatina che non sparge polvere ma musica d'oro, un po' pifferaio magico che invece dei bambini come nella fiaba dei fratelli Grimm incanta il pubblico dell'Arena. Nessun finale tragico però, qui c'è spazio solo per le cose belle. Nel primo dei tre live di Elisa - stasera e domani gli altri due show in programma nell'anfiteatro scaligero - all'interno di «Heroes», la manifestazione musicale dedicata alla sostenibilità, la pioggia fa tardare l'inizio dello spettacolo e costringe gli organizzatori ad annullare l'opening di Joan Thiele, giovane cantautrice di talento che poi avrà comunque un piccolo spazio durante il live con il suo brano «Cinema».

Elisa si presenta con un pantalone larghissimo e una giacca lunga piena di colori tra blu, fucsia e rosso: si parte con «Show's Rollin'», canzone dall'anima soul dell'ultimo album «Back to the future». Si capisce subito che non servono troppi effetti speciali, basta la sua voce a riempire l'Arena accompagnata dalle vocalist, dalla band e dai musicisti dell'orchestra. «Seta» è piena di ritmo, il sound è preciso, bassi e chitarre elettriche si sentono bene senza sovrastare la voce, lei ci mette poco a scaldarsi e a "chiamare il pubblico". Quando parte «Come sei veramente», la carica è quella delle grandi serate, poi inizia un dialogo con il suo pubblico che durerà tutto il concerto: «non c'è un inizio e non c'è una fine», sorride e prende la chitarra in mano tornando a vent'anni fa quando uscì «Rainbow», ricorda a tutti di essere una regina vera, controlla la voce con una maturità pazzesca e il finale è da applausi. «Anima vola» la canta tutta insieme ai tredicimila dell'Arena poi torna al presente con «A tempo perso» inserita nell'ultimo album «Ritorno al futuro». C'è freddo e nell'anfiteatro scaligero soffia un vento quasi invernale, lei prova a scaldare tutti con quella «Litoranea» che sa molto di spiaggia, sole e cocktail in riva al mare.

Rkomi è il primo ospite della serata, cantano insieme una dolcissima versione di «Blu» che l'orchestra rende preziosa, ma Rkomi rimane anche per «Quello che manca» in cui pure il rapper non sfigura. «Volevo che ci fosse anche la poesia in questi giorni, che parla di natura», sottolinea Elisa prima di passare il testimone al reading di Elena Russo Arman accompagnata dall'arpa di Raoul Moretti: è un momento che porta in un altra dimensione, strano da vedere in un concerto che riprende vigore con «Eppure sentire», Elisa la sussurra e spinge la sua voce a riempire, assieme all'orchestra il risultato è ottimo. Poi tocca a «Fire», sembra impossibile ma non c'è mai un sbavatura in tutto il live. Canta «Anche fragile», da seduta ma sembra che voli, prendendoti per mano verso mondi lontani, l'arpa sotto è sempre "tanta roba" e gli archi da applausi.

Ma non c'è tempo, si torna a fare un tuffo nel passato con «Broken», ancora chitarra e emozioni a non finire prima che tutta l'Arena canti assieme a lei «Gli ostacoli del cuore». Poi «Hope» e «I feel in the earth», prima di «Neon» in compagnia di Marracash: Elisa si gode il momento e si sbraccia a tempo sulle barre del rapper che regala al pubblico veronese una bella versione della sua «Laurea ad honorem». Elisa è unica, un po' mamma, un po' amica, un po' fidanzata, quella che ti fa immaginare solo cose belle e che davanti alle cose brutte del mondo ti dice «andrà tutto bene». Invoca l'attenzione all'ambiente e lancia un videomessaggio del Dalai Lama: «io non prendo parti, cerco solo di far parte della soluzione», è un messaggio bellissimo. «O forse sei tu è una delle canzoni più attese», Elisa cambia abito e indossa un mantello bianco, come una regina. Con «Luce», il brano che nel 2001 le regalò Sanremo, il tempo sembra che non si sia mai fermato e qui l'Arena canta davvero tutta, «Stay» e «No hero» sono sferzate di energia pura. Ormai manca poco alla fine, c'è spazio per «Fucking believers» e «Together». Altro cambio, questa volta esce con un abito di quelli che si vedono nelle favole. «Questa è la nostra canzone dell'arrivederci, augurio a tutti i bambini ma anche ai grandi, di andare ognuno nella sua direzione. E «A modo tuo» è davvero la buonanotte più dolce del mondo. .

Luca Mazzara